Recensione Paradise di Andrej konchalovskij


Paradise e` un film drammatico del 2016 diretto da Andrej Končalovskij, regista anche di Tango & Cash e A 30 Secondi dalla Fine. Nel cast troviamo Yuliya Vysotskaya, Philippe Duquesne e Christian Clauss.
Presentato in concorso alla 73ma Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia, e` stato premiato con il Leone d'Argento per miglior regia. Di seguito la trama del film:

Paradise racconta le storie di tre personaggi, di provenienza e mentalità diverse, le quali vite si incrociano durante la Seconda Guerra Mondiale: Olga, una donna aristocratica russa rinchiusa in un campo di concentramento per aver nascosto a Parigi due bambini ebrei; un poliziotto francese collaborazionista e, infine, un ufficiale tedesco delle SS propugnatore della soluzione finale.

I protagonisti della pellicola non si ispirano a persone realmente esistite, ma possono essere personaggi universali, rappresentanti delle varie tipologie umane durante la Seconda Guerra Mondiale. Tre personaggi completamente diversi l'uno dall'altro, i quali destini, pero`, sono in un qualche modo interconnessi. Konchalovsky presenta i personaggi in modo frontale, a mezzo busto, alternandoli tra di loro. In quello che sembra a tutti gli effetti un interrogatorio, raccontano, collocati dietro a un tavolo, i momenti principali del loro passato direttamente alla telecamera, che nasconde il vero interlocutore a cui i tre si rivolgono quasi con timore, che sarà svelato solo alla fine, chiarendo il profondo messaggio di cui Paradise si fa portatore.



La pellicola e` girata in un bianco e nero raffinato e pulito, usando una messa in scena in bilico tra il teatrale e il documentaristico. La regia e` abbastanza semplice, senza molti movimenti di macchina, preferendo la staticità sia per quanto riguarda le scene in cui i personaggi si raccontano, sia in molte altre della loro vita. In questa cornice semplice e delicata, i protagonisti si mettono completamente a nudo, mostrandosi con le loro debolezze, i loro vizzi e le insicurezze derivate dalle esperienze passate. Alcune immagini sono molto forti, mostrando con estrema crudezza i soprusi e le violenze condotte durante la Shoa all'interno dei campi di concentramento nazisti, dando molta importanza anche a un elemento interessante di quel periodo, che non sempre e` citato: la corruzione all'interno dei lager tra i generali delle SS.



Altro tema molto presente in Paradise e` la continua antitesi tra Inferno e Paradiso, sottolineata più e più volte dal regista, dove la linea di demarcazione tra le due realtà e` sottile e quasi impercettibile. Uno degli esempi più chiari e` proprio il Lager, presentato dalle parole del generale delle SS come un paradiso in terra, la purificazione finale, ma che in realtà funge da vero e proprio inferno per le migliaia di ebrei che trovano la morte in quel luogo. Uno degli internati, infatti, in una scena del film, recita l'incipit della cantica dell'Inferno della Divina Commedia di Dante, come se fosse una preghiera prima di dormire.
Tutta questa contrapposizione, inoltre, può essere divinamente riassunta da una frase della pellicola presa da un dialogo tra due generali nazisti:

Voi sognate il paradiso, ma non c'è nessun paradiso senza Inferno


Successivamente alla premiazione a Venezia, purtroppo, il film non ha avuto un'adeguata distribuzione nelle nostre sale, suscitando cosi` interesse solo ai veri cinefili che seguirono la premiazione e le proiezioni in concorso in quell'edizione. La pellicola, inoltre, non e` stata doppiata nel nostro paese, essendo quindi fruibile in lingua originale sottotitolata in italiano: questo pero` non e` per forza un difetto, anzi, nel caso di Paradise godersi la visione in lingua originale permette di comprendere meglio i vari cambi linguistici tra i personaggi, i quali parlano Russo, Francese e Tedesco, e di apprezzare appieno la grande bravura recitativa degli attori.



Un film potente, tecnicamente semplice ma narrativamente complesso, che vi lascerà senza fiato.

VOTO: 9



Commenti

Post più popolari