Recensione #11: TONYA


Tonya è un biopic drammatico del 2017 diretto da Craig Gillespie, regista anche di Mister Dollar Arm del 2014 e di The Finest Hours del 2016.  Nel cast troviamo grandi nomi della cinematografia hollywoodiana, prima fra tutti Margot Robbie nei panni della protagonista Tonya Harding. Altri interpreti degni di nota sono Allison Janney nei panni di LaVona Harding, madre di Tonya, e Sebastian Stan, che interpreta il marito di Tonya, Jeff Gillooly.

Tonya narra la storia vera della pattinatrice olimpionica americana Tonya Harding. Prima atleta americana a distinguersi durante i campionati nazionali statunitensi del 1991, la sua vita prese una piega inaspettata a causa di un evento che diede inizio alla sua caduta libera. Conosciuta da tutti per il suo temperamento focoso, fu accusata nel 1994 di essere responsabile dell'aggressione ai danni di Nancy Kerrigan, sua acerrima rivale alle Olimpiadi di quello stesso anno. 

In questo film, il cast è sicuramente uno degli aspetti migliori. Margot Robbie, in questa pellicola, ci regala una tra le sue più grandi interpretazioni: tra pianti spontanei, momenti di dolcezza e sprazzi d'ira, riesce a ricreare al meglio gli sbalzi d'umore da cui la nota pattinatrice era affetta.
Da elogiare è anche il reparto trucco, il quale è riuscito a rendere la bellissima Margot Robbie molto somigliante alla pattinatrice originale. Meritatissimo, inoltre, il premio Oscar come attrice non protagonista a Allison Janney, la quale interpreta in maniera molto incisiva e credibile il carattere dispotico, arrivista e anaffettivo della madre di Tonya. Ultimo, ma non per importanza, un Sebastian Stan baffuto nel ruolo di uomo/marito violento e minaccioso, rappresentato nel film come una vera e propria dipendenza per Tonya, e che, in effetti, sarà uno dei tanti elementi che condizioneranno il carattere della stessa durante tutta la sua vita.


La regia è ottima, molto dinamica e varia, con la presenza di qualche breve piano sequenza molto efficace e di alcuni interventi da parte dei protagonisti durante la narrazione della storia. Insieme alla sceneggiatura, davvero ben scritta e articolata, riesce a trovare il giusto approccio alla storia raccontata: non si tratta, infatti, del solito biopic drammatico, ma il tutto è farcito con la giusta dose di ironia, necessaria ad alleggerire la drammaticità di alcune scene, rendendo la pellicola a tratti quasi grottesca, surreale e schizofrenica, azzeccando così, con un grande supporto anche da parte della colonna stupenda colonna sonora,  l'atmosfera e il tono adeguati per la storia narrata e i personaggi trattati. I gesti e i movimenti degli stessi, inoltre, risultano ben coreografati.

Tonya, insomma,  è un film biografico pienamente riuscito: con la regia semi documentaristica, la pellicola ripercorre la vita di Tonya Harding fin dalla sua infanzia, basandosi su interviste vere ai protagonisti. Ma quando ci si trova davanti a un biopic, la domanda che sorge spontanea è sempre la stessa: era davvero necessario fare un film su questa persona? In questo caso, la risposta è assolutamente positiva: non tutti conoscono o si ricordano la storia che vide coinvolta Tonya Harding, anche se ebbe un grande impatto a livello mediatico, ma ora, grazie al film, potrà essere conosciuta dal grande pubblico, insieme anche alla travagliata vita personale della stessa, molto interessante ed emotivamente disturbante.

In conclusione, il merito più importante e nobile che deve essere riconosciuto alla pellicola è il voler rivalutare e riabilitare la figura della pattinatrice che ha rappresentato l'America alle Olimpiadi del 1994, la quale ha avuto, senza ombra di dubbio, una pena ben più grande del suo ruolo all'interno della vicenda in cui è stata trascinata. Certo non sarà semplice simpatizzare con la protagonista, aspetto compreso e accettato dalla stessa Tonya, che ha fatto della spontaneità e schiettezza quasi una vera e propria vocazione, come si evince da una delle migliori frasi del film: "Cosa dirà la gente di me? Che sono una persona vera" 
Un film consigliatissimo, che potrebbe diventare un vero e proprio Cult di genere.

Voto: 8

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